17 August 2009

La mappa dei Cie: 13 centri per 1.806 posti

ROMA - Sono già aumentati. Senza fare rumore. Con il consenso dell'opinione pubblica e dei partiti di opposizione, il numero dei centri di identificazione e espulsione operativi è passato da 10 a 13, e il numero di posti disponibili da 1.219 a 1.806. Oltre al nuovo cie di Lampedusa (200 posti), la cui costruzione è stata bloccata dalla Guardia di Finanza, il Governo ha disposto la riapertura del vecchio cie di Crotone (124 posti), all'interno dell'area del Cara, di fronte all'aeroporto di Sant'Anna, e di quello di Restinco (83 posti) a Brindisi. Cliccando sull'immagine potete vedere la mappa ufficiale dei centri, consultabile sul sito del ministero dell'Interno.



Ma questo ancora non è niente. Nei progetti del Governo c'è l'idea di fare un cie in ogni Regione. Il che significa soprattutto una grossa spesa. Secondo la nota di lettura che ha accompagnato la discussione del pacchetto sicurezza al Senato, il costo stimato per la costruzione dei nuovi Cie è di 233 milioni di euro dal 2008 al 2010. I costi per la permanenza degli stranieri nei Centri sono stimati in 300 milioni di euro dal 2008 al 2010 più 93 milioni a partire dal 2011. Il numero dei posti passerà dagli attuali 1.219 a 4.640, ma il limite della detenzione salirà da 60 giorni a 6 mesi. Con il conseguente rischio che la disponibilità dei posti si esaurisca presto, dato che, già in tempi non sospetti, nel 2007, il rapporto De Mistura segnalava che il 40% circa dei migranti trattenuti non venivano rimpatriati.

Tutto questo a fronte di un numero irrisorio di espulsioni effettive. Pensate, nei primi nove mesi del 2008 l'Italia ha rimpatriato 6.553 persone. In quello stesso anno ha chiesto l'ingresso di 170.000 lavoratori stranieri e di 80.000 stagionali. Mentre nel 2009 con la sanatoria delle lavoratrici domestiche il numero degli ingressi probabilmente supererà le 300.000 unità. Insomma per uno che mandiamo via ne chiediamo indietro altri 30. E non pensiate che nei cie ci siano i cattivi, per dirla con Maroni. Nei cie c'è chi ha perso il permesso di soggiorno. Gente che magari vive in Italia da una vita, ma che si è ritrovato improvvisamente disoccupato. E voi sapete quanto sia facile che ciò accada in tempi di crisi e precarietà. Solo che se avete sangue italiano scatta il sussidio per la disoccupazione. Se invece avete sangue meticcio scatta la clandestinità, il lavoro nero, l'emarginazione, e prima o poi anche i cie.

Nei cie c'è anche chi è uscito dal carcere. Ma questo è un altro discorso. Il governo Prodi emanò una circolare che disponeva l'identificazione in carcere per chi avesse commesso un delitto e l'espulsione a fine pena. Ma quella circolare è inapplicata. E così a fine pena scatta una pena extra di altri sei mesi. Il più delle volte una pena inutile, perchè solo una piccola parte dei detenuti nei cie viene effettivamente espulso.